martedì 19 maggio 2009

Vince solo chi è convinto di poterlo fare.

Vince solo chi è convinto di poterlo fare
Virgilio

Parole saggie quelle del poeta Virgilio. Nella vita vince solamente chi crede realmente nelle cose che fa. Solo chi pensa di poter raggiungere un obbiettivo potrà arrivarci realmente. Soltanto chi è convinto di questo può farlo sul serio perchè questa consapevolezza di cui parlo ti spinge ad andare oltre, a superare i limiti, a vincere. L'ozio e la rassegnazione invece sono la morte della vittoria. Chi parte sconfitto in partenza non potrà di certo sperare di concludere qualcosa. Ma al contrario, la convinzione nei propri mezzi è l'origine della vittoria perchè ci porterà ad avere forza, coraggio e soprattuto speranza di vittoria. E anche se questa speranza non sempre viene ripagata, chi è convinto di poter vincere avrà di sicuro una marcia in più rispetto agli altri. E di sicuro non è poco!

sabato 7 marzo 2009

Essere onesti paga?

E' una domanda che mi pongo da molto tempo. Nella vita di oggi è davvero vantaggioso essere corretti ed onesti? Semplice sarebbe rispondere di si, dando per scontato un effettivo riscontro di un'azione positiva, ma la realtà che vedo è ben diversa. Un mondo pieno di curruzione, di imbrogli e fregature, di raccomandazioni. E tutto questo si riscontra anche nelle piccole cose. Per esempio vedo la mia scuola con tutti i suoi pregi, ma soprattutto i suoi difetti. La gente che prende dei bei voti meritatamente si può contare sulle dita di una mano. Infatti nella maggior parte dei casi mi capita di vedere gente che prende bei voti per delle simpatie, per un nome costruito nei vari anni, gente che ottiene bei voti copiando, gente che non è corretta nei confronti dei compagni con assenza strategiche ed altro. E di sicuro io non sono la persona giusta per fare la morale, per dire che tutto ciò è sbagliato e non andrebbe mai fatto perchè molto spesso anche io stesso sono caduto in questa tentazione. Però tutto è motivato dal fatto che intorno a me non vedo un mondo corretto, dove chi è onesto vince a discapito degli altri. Al contrario, quello che vedo è l'opposto.

Persone immeritevoli scavalcare altre più meritevoli e così via e di conseguenza non posso pensare di starmene fermo ad aspettare di venire travolto da un mondo che non mi piace. Cosa resta allora a una persona onesta? Le opzioni sono due: o adattarsi al resto della popolazione per ottenere dei risultati o cercare di iniziare una lotta contro i sopprusi per riuscire a garantirsi un futuro. Certo, nel dire ciò non voglio affermare che ogni persona che abbia successo lo abbia ottenuto illecitamente e che quindi tutte le persone oneste non ottengano risultati. Voglio solo far capire che a parità di possibilità ci vengono proposte due strade: una apparentemente semplice e un'altra ardua. E per questo motivo è logico che un uomo di sana intelligenza scelga la soluzione semplice perchè nessuno sceglierebbe di complicarsi la vita, potendo invece ottenere lo stesso con meno sforzi. Così si arriva alla condizione attuale, dove la maggior parte delle persone non è onesta, perchè tendenzialmente esserlo non porta vantaggi.

Ma nonostante questo resiste un numero ristretto di persone oneste che poi in fondo non sono poi così poche. Ripenso sempre a le parole di mia madre quando parlavo di questo argomento. La sua posizione era netta e decisa "essere onesti paga sempre, ricordatelo!" e un pò queste parole mi sono sempre rimaste impresse nella mente. Perchè in realtà un pò ci credevo. Però chi imbroglia non viene scoperto quasi mai e a pagarne le conseguenze sono proprio le persone oneste che magari vedono buttati i sacrifici di una vita per un inganno. E allora io vorrei essere onesto, anzi, lo vorrei fortemente. Però di certo non resterò immobile aspettando di essere travolto dagli eventi, in balia di altre persone. Io la mia vita la costruisco con le mie forze, solo con le mie e l'ho capito anche grazie a degli errori che poi errori non posso considerarli per ciò che mi hanno portato a capire. Ma di sicuro se l'occasione richiederà un comportamento diverso non esiterò ad averlo. Ed è brutto dirlo, ma credo che l'unico modo per evitare un imbroglio sia imbrogliare a sua volta. Quindi, la mia considerazione di fondo è semplice: essere onesti non paga, benchè sia bello esserlo. Perciò io non mi farò fregare. Non da questo mondo.

mercoledì 4 marzo 2009

Addio Giacomo.

Giacomo faceva il meccanico, aveva i capelli chiari e uno sguardo dritto verso il futuro. A diciassette anni non può che essere così. A diciassette anni non si può morire. E infatti dovrebbe essere vietato morire a questa età, ma purtroppo non è così. Provo ad immaginare il dolore dei suoi genitori. E non ci riesco. Perchè è impossibile, perchè è crudele, perchè il solo pensiero mi provoca un brivido di freddo. E questo articolo è stato scritto perchè oggi ho capito realmente quali sono veri drammi della vita. Non sono quei piccoli problemi di ogni giorno che ci sembrano immensi. No, non sono quelli. Oggi il vero dramma sta in un nome da pronunciare a bassavoce: Giacomo. Sarà anche fatalismo, ma in momenti come questi mi accorgo di queste differenze, di come tutto il resto in confronto possa risultare un gioco. Ed è proprio in questi giorni che si riesce a cogliere a pieno il vero valore della vita. Una vita che oggi Giacomo non ha più. Addio.

mercoledì 4 febbraio 2009

Ogni cosa è illuminata.

Tratto dall'omonimo romanzo di Jonathan Safran Foer, "Ogni cosa è illuminata" è un film ideato per ricordare la Shoah. Racconta la storia di un ragazzo americano (Jonathan) che intraprende un viaggio in Ucraina alla ricerca del passato, un viaggio nella memoria. Il film si apre con la morte della nonna di Jonathan che lascia al ragazzo una vecchia fotografia raffigurante il nonno con una donna di nome Augustine, che pare aver salvato il nonno dalla strage nazista, e portante sul retro il nome di un paese misterioso: Trachimbrod. Nasce quindi nell'animo del ragazzo il desiderio di riscoprire la verità racchiusa nel passato dei suoi nonni e decide così di partire per l'Ucraina (paese di origine del nonno) alla ricerca di risposte. In questo viaggio Jonathan avrà come guida un giovane ragazzo imprevedibile (Alex), ed il rispettivo nonno che finge di essere cieco nella speranza di racchiudere dentro sè le immagini di un passato da dimenticare. I due giovani, percorrendo luoghi e territori, si addentrano lentamente nella rievocazione della storia, fino a giungere ad una verità tanto terribile quanto incancellabile nella sua necessità di essere raccontata.

Nel complesso il film risulta piacevole grazie alla capacità di trattare temi così importanti e impegnativi con un'alternanza di comicità e commozione. Da notare, ad esempio, l'aspetto comico utilizzato per introdurre la figura di Alex, scaturito dalla conoscenza degli stereotipi di persone appartenenti a paesi ed etnie diverse che porterà a buffi fraintendimenti. Oltre a ciò la pellicola è apprezzata in quanto riesce a coinvolgere gli spettatori con la visione di magnifici paesaggi, ma soprattutto con la riscoperta del passato che non ci viene svelata fino all'ultimo momento, lasciando per tutto il tempo un effetto di suspance. Così ognuno di noi può intraprendere un viaggio con il protagonista che lo porterà a ripercorrere e a ricordare quello che è il tema principale dell'opera: lo sterminio degli ebrei. Per i motivi sopra citati, consiglio vivamente la visione di questo film.

giovedì 29 gennaio 2009

Lentamente muore.

Lentamente muore
chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco,
e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi.
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno,
chi non si pemette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo
di gran lunga superiore al semplice fatto di respirare.

Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento
di una splendida felicità.

Pablo Neruda

domenica 25 gennaio 2009

Ognuno è artefice del suo destino.

"Unusquisque suae fortunae faber est"
Sallustio

Ognuno è artefice del suo destino. E' una massima che ci viene tramandata nel tempo da diversi autori romani, tra cui Sallustio, ed esprime un opinione forte e decisa. Con questa frase si teorizzano due correnti di pensiero. La prima sostiene che l'uomo possa tutto, mentre la seconda, più moderata, ritiene che esistano delle forze che governano la nostra vita, ma che spetti sempre a noi il potere di gestirla.

Quindi nel primo caso si può affermare che l'uomo nella vita otterà sempre ciò per cui si è impegnato e in questo modo riuscirà ad essere artefice consapevole del tuo destino. Ne risulterebbe una concezione della vita, in cui l'uomo se lo vuole fortemente può tutto. Ma è davvero così? No, tanto è vero che nella vita sono molti gli imprevisti che possono capitare, a nostro vantaggio o sfavore, ma che comunque modificano il nostro operato, premiandolo o vanificandolo.

Il secondo caso invece espone una teoria più moderata e di maggiore influenza e possiamo individuare in Machiavelli il massimo esponente di questo pensiero. Egli sosteneva che gli eventi nella nostra vita sono dettati dalla pura casualità e le nostre scelte ne determinano la direzione. Così, malgrado le influenze esterne, rimane intatta la considerazione di un uomo artefice del suo destino.

Personalmente sono propenso a sostenere l'opinione di Machiavelli. Infatti, credo sia ovvio trovare nella vita imprevisti che non sono determinati dalla nostra volontà, ma sta a noi renderli più malleabili. Per questo motivo, l'uomo non deve rassegnarsi alla considerazione di una vita già scritta, ma deve sempre impegnarsi per raggiungere ciò che desidera. In conclusione allora non posso fare a meno di citare una frase di stampo machiavellico che afferma: l'uomo è causa della sua stessa rovina.


mercoledì 21 gennaio 2009

Tokyo, al bando i cellulari da scuola.

Il Giappone si appresta a bandire i telefonini dalle scuole del Paese, con una nuova direttiva del ministero dell'Istruzione che sarà formalizzata entro febbraio. Dopo mesi di discussione sulla necessità di limitare a livello nazionale l'utilizzo dei cellulari negli istituti scolastici, soprattutto alla luce di alcuni gravi episodi di bullismo, il governo nipponico invierà una circolare di indirizzo a tutte le scuole di ogni ordine e grado.

"Dobbiamo ancora decidere alcuni dettagli, come la formula più idonea da utilizzare - spiega il ministro dell'Istruzione Ryu Shionoya - ma siamo fermamente convinti che il governo debba proporre una linea ben precisa a riguardo".

Il mese scorso la commissione parlamentare per la riforma dell'Istruzione aveva presentato un rapporto preliminare, sottolineando la necessità urgente di varare restrizioni in merito all'uso dei cellulari da parte dei bambini.

Secondo tale relazione, i telefonini avrebbero "sconvolto le abitudini di bambini e ragazzi, contribuendo a indebolire le loro relazioni sociali con gli altri", giudicando inoltre necessario filtrare i contenuti per prevenire l'accesso a informazioni potenzialmente pericolose ed episodi di bullismo.

Tratto: http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo439274.shtml

Per molto tempo, l'abolizione dell'uso del telefonino nell'ambito scolastico è stato argomento di discussione, anche nel contesto italiano. Ciò che fa riflettere però è il modo in cui il governo nipponico è giunto a questa conclusione, con varie asserzioni di una cattiva influenza dei cellulari sui ragazzi, che riporterebbero uno sconvolgimento nelle abitudini, con un relativo indebolimento nelle relazioni sociali con gli altri. Per questo motivo, il governo nazionale giapponese ha deciso di inviare una circolare di indirizzo a tutte le scuole di ogni ordine e gruppo. Ma il problema che viene esposto con questa considerazione è ben più grande.

Infatti, se questi problemi dovessero rivelarsi provati, persino mediante analisi statistiche, si devono considerare tutti gli aspetti del problema. Per fare ciò bisogna provare quanto il cellulare possa essere nocivo per i bambini o i ragazzi che lo utilizzano, perchè se si dovesse verificare un "cattivo" funzionamento di queste apparecchiature su menti giovani, forse, sarebbe meglio spostare la questione all'esterno dell'ambito scolastico.

Nel caso in cui le analisi riportassero un esito positivo la faccenda aumenta di spessore dal momento che questa influenza sui ragazzi si dovrebbe teoricamente estendere anche all'esterno della scuola. E per questo motivo un'abolizione parziale potrebbe risultare inutile. Così giungiamo a una conclusione: o non si interviene o si interviene adeguatamente (in questo caso limitando l'uso dei telefonini a persone adulte; cosa che sembra un mera utopia!).

Tutto questo però deve essere legato ai resoconti di analisi efficaci e centrate, che potranno dimostrare l'effettivo risultato negativo di queste apparecchiature. Ma nell'attesa, tutte queste discussioni risultano premature. Dunque, non ci resta che aspettare.

domenica 11 gennaio 2009

La vita è sogno.

"Sono dunque tanto simili ai sogni le glorie, che quelle reali sembrano false, e quelle simulate, vere? Così poca differenza c'è tra le une e le altre, che si deve discutere per sapere se ciò che si vede e si gode è verità o menzogna? E' tanto simile la copia all'originale, che si deve dubitare se sia proprio una copia? Ma se così è, e dobbiamo veder svanire tra le ombre la grandezza e il potere, la maestà e la pompa, sappiamo almeno profittare di questo istante che ci tocca, poichè si gode soltanto ciò che si gode nel sogno!"

La vita è sogno, Calderon de la Barca

Calderon de la Barca spiega con una semplice metafora ciò che la vita rappresenta per l'uomo ovvero un breve sogno che però deve finire. E osservando le frasi riportate sopra possiamo capire come i sogni sono effimeri e quanto lo stesso può valere per la vita, che in alcuni istanti ci premia e in altri ci affligge con le sue pene. A volte il sogno è stupendo e si ha paura di un brusco risveglio, altre volte può trasformarsi in un'incubo e il risveglio può sembrare l'unica via d'uscita, ma in entrambi i casi le emozioni vissute sono tante e rendono questi sogni incredibili in tutti i loro aspetti. Per questo motivo non possiamo che intendere la vita come un fantastico sogno che ci è stato donato e spetta a noi deciderne le sorti, perciò nell'attesa del risveglio tanto vale viverlo al meglio.