Giacomo faceva il meccanico, aveva i capelli chiari e uno sguardo dritto verso il futuro. A diciassette anni non può che essere così. A diciassette anni non si può morire. E infatti dovrebbe essere vietato morire a questa età, ma purtroppo non è così. Provo ad immaginare il dolore dei suoi genitori. E non ci riesco. Perchè è impossibile, perchè è crudele, perchè il solo pensiero mi provoca un brivido di freddo. E questo articolo è stato scritto perchè oggi ho capito realmente quali sono veri drammi della vita. Non sono quei piccoli problemi di ogni giorno che ci sembrano immensi. No, non sono quelli. Oggi il vero dramma sta in un nome da pronunciare a bassavoce: Giacomo. Sarà anche fatalismo, ma in momenti come questi mi accorgo di queste differenze, di come tutto il resto in confronto possa risultare un gioco. Ed è proprio in questi giorni che si riesce a cogliere a pieno il vero valore della vita. Una vita che oggi Giacomo non ha più. Addio.
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