sabato 7 marzo 2009

Essere onesti paga?

E' una domanda che mi pongo da molto tempo. Nella vita di oggi è davvero vantaggioso essere corretti ed onesti? Semplice sarebbe rispondere di si, dando per scontato un effettivo riscontro di un'azione positiva, ma la realtà che vedo è ben diversa. Un mondo pieno di curruzione, di imbrogli e fregature, di raccomandazioni. E tutto questo si riscontra anche nelle piccole cose. Per esempio vedo la mia scuola con tutti i suoi pregi, ma soprattutto i suoi difetti. La gente che prende dei bei voti meritatamente si può contare sulle dita di una mano. Infatti nella maggior parte dei casi mi capita di vedere gente che prende bei voti per delle simpatie, per un nome costruito nei vari anni, gente che ottiene bei voti copiando, gente che non è corretta nei confronti dei compagni con assenza strategiche ed altro. E di sicuro io non sono la persona giusta per fare la morale, per dire che tutto ciò è sbagliato e non andrebbe mai fatto perchè molto spesso anche io stesso sono caduto in questa tentazione. Però tutto è motivato dal fatto che intorno a me non vedo un mondo corretto, dove chi è onesto vince a discapito degli altri. Al contrario, quello che vedo è l'opposto.

Persone immeritevoli scavalcare altre più meritevoli e così via e di conseguenza non posso pensare di starmene fermo ad aspettare di venire travolto da un mondo che non mi piace. Cosa resta allora a una persona onesta? Le opzioni sono due: o adattarsi al resto della popolazione per ottenere dei risultati o cercare di iniziare una lotta contro i sopprusi per riuscire a garantirsi un futuro. Certo, nel dire ciò non voglio affermare che ogni persona che abbia successo lo abbia ottenuto illecitamente e che quindi tutte le persone oneste non ottengano risultati. Voglio solo far capire che a parità di possibilità ci vengono proposte due strade: una apparentemente semplice e un'altra ardua. E per questo motivo è logico che un uomo di sana intelligenza scelga la soluzione semplice perchè nessuno sceglierebbe di complicarsi la vita, potendo invece ottenere lo stesso con meno sforzi. Così si arriva alla condizione attuale, dove la maggior parte delle persone non è onesta, perchè tendenzialmente esserlo non porta vantaggi.

Ma nonostante questo resiste un numero ristretto di persone oneste che poi in fondo non sono poi così poche. Ripenso sempre a le parole di mia madre quando parlavo di questo argomento. La sua posizione era netta e decisa "essere onesti paga sempre, ricordatelo!" e un pò queste parole mi sono sempre rimaste impresse nella mente. Perchè in realtà un pò ci credevo. Però chi imbroglia non viene scoperto quasi mai e a pagarne le conseguenze sono proprio le persone oneste che magari vedono buttati i sacrifici di una vita per un inganno. E allora io vorrei essere onesto, anzi, lo vorrei fortemente. Però di certo non resterò immobile aspettando di essere travolto dagli eventi, in balia di altre persone. Io la mia vita la costruisco con le mie forze, solo con le mie e l'ho capito anche grazie a degli errori che poi errori non posso considerarli per ciò che mi hanno portato a capire. Ma di sicuro se l'occasione richiederà un comportamento diverso non esiterò ad averlo. Ed è brutto dirlo, ma credo che l'unico modo per evitare un imbroglio sia imbrogliare a sua volta. Quindi, la mia considerazione di fondo è semplice: essere onesti non paga, benchè sia bello esserlo. Perciò io non mi farò fregare. Non da questo mondo.

mercoledì 4 marzo 2009

Addio Giacomo.

Giacomo faceva il meccanico, aveva i capelli chiari e uno sguardo dritto verso il futuro. A diciassette anni non può che essere così. A diciassette anni non si può morire. E infatti dovrebbe essere vietato morire a questa età, ma purtroppo non è così. Provo ad immaginare il dolore dei suoi genitori. E non ci riesco. Perchè è impossibile, perchè è crudele, perchè il solo pensiero mi provoca un brivido di freddo. E questo articolo è stato scritto perchè oggi ho capito realmente quali sono veri drammi della vita. Non sono quei piccoli problemi di ogni giorno che ci sembrano immensi. No, non sono quelli. Oggi il vero dramma sta in un nome da pronunciare a bassavoce: Giacomo. Sarà anche fatalismo, ma in momenti come questi mi accorgo di queste differenze, di come tutto il resto in confronto possa risultare un gioco. Ed è proprio in questi giorni che si riesce a cogliere a pieno il vero valore della vita. Una vita che oggi Giacomo non ha più. Addio.